L’affidamento d’incarico… questo sconosciuto

Basta fidarti del tuo cliente, anche se è un amico.

La Riforma delle Professioni ha previsto l’obbligo del preventivo e suggerisce anche la necessità del contratto, ora inserita nelle Norme Deontologiche per sancire, in via definitiva, che un corretto rapporto di lavoro tra cliente e professionista, così come tra professionisti, passa dall’aver sottoscritto e condiviso regole chiare nel rapporto di lavoro.

Se fino ad ora hai potuto sorvolare su questo importante atto che era relegato solo ai grossi studi o obbligatorio nei lavori pubblici, oggi, per vari e fondamentali motivi, rappresenta il documento primario su cui fondare il rapporto di lavoro con il cliente privato.

Non sono poche le testimonianze di nostri colleghi che, solo grazie alla lettera d’incarico, sono riusciti a risolvere situazioni che altrimenti avrebbero potuto provocare danni economici e di immagine rilevanti.

Infatti, potrebbe capitare che il cliente privato, forte del fatto che è colui che paga, si arroga il diritto di giudicare il tuo operato e soprattutto quanto devi guadagnare. Guai a noi se dovessimo incontrare personaggi del genere. Ma esiste un modo molto semplice, e soprattutto veloce, che ti fa capire subito il tipo di persona che hai davanti, perché se davanti ad una lettera di affidamento di incarico comincia a farti problemi, puoi già farti un’idea di che cosa a cui potresti andare incontro.

Se ciò è dovuto ad ignoranza, potrebbe essere comprensibile, una spiegazione dettagliata di cosa sarà il tuo impegno e delle varie fasi in cui si svolgerà, potrebbe bastare a chiarire al cliente, ma anche a te, del perché il tuo onorario vale il prezzo che chiedi.

Ma se la persona che hai davanti comincia ad accampare scuse, del tipo che il tuo impegno sarà circoscritto solo ad alcune fasi, oppure che ha un amico che gli ha detto che per fare quel tipo di pratica si paga poco, allora stai attento e, se ritieni di aver inquadrato bene il soggetto, chiudi qualsiasi rapporto con lui e pensa ad altro.

Potresti aver superato questo momento o non aver avuto bisogno di dare spiegazioni, oppure il cliente è un tuo amico, e quindi ti ritrovi a dover regolarizzare il rapporto di lavoro che stai per stringere.

Oggi, per fortuna, ogni regione ha provveduto, o sta provvedendo, a emanare provvedimenti finalizzati, rispettivamente, a garantire il principio dell’equo compenso nelle prestazioni rese dai professionisti in esecuzione di incarichi conferiti dalle P.A., e a tutelare le prestazioni professionali rese su incarico dei privati e delle imprese, nell’ambito dei procedimenti volti al rilascio di titoli abilitativi.

Tutela delle prestazioni professionali rese ai privati

Il provvedimento “Norme in materia di tutela delle prestazioni professionali per attività espletate per conto di committenti privati e di contrasto all’evasione fiscale”, vuole riconoscere il valore sociale ed economico delle prestazioni rese dai professionisti su incarico dei privati e delle imprese, nell’ambito dei procedimenti volti al rilascio di titoli abilitativi.

L’obiettivo che si intende perseguire è di contribuire alla riduzione dell’evasione fiscale imponendo la presentazione della fattura agli uffici della P.A..

La legge prevede che, al momento del rilascio al privato dell’atto autorizzativo in materia di edilizia ed urbanistica, il professionista dichiari che le proprie prestazioni siano state economicamente soddisfatte, indicando anche gli estremi della fattura, pena il mancato rilascio degli atti autorizzativi da parte della Pubblica Amministrazione.

L’obiettivo è di tutelare gli ingegneri, architetti, geometri e tutti quei professionisti che oggi purtroppo sono costretti ad accettare compensi inadeguati per le prestazioni svolte e di contrastare la piaga dei compensi in nero.

Dal punto di vista professionale, un compenso equo favorisce il miglioramento della qualità della progettazione e permette ai professionisti di lavorare con maggiore serenità, promuovendo la dignità economica e sociale dei lavoratori autonomi, permettendo ai giovani laureati di avere un supporto in più per superare le difficoltà che incontrano nel farsi strada nel mondo del lavoro professionale.

La speranza è che anche questo atto non si riduca solo ad un mero documento, ma che invece serva veramente a mostrare che la nostra professione, riveste un alto valore, sia per la società che per le istituzioni.

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